04/19/2024
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Ilias Contreas: Co-fondatore di Mixology Academy

di Simone Pacifici –

“Vedere quella soddisfazione negli occhi dei nostri studenti e la consapevolezza di poter realizzare qualsiasi cosa, rende il lavoro mio e dei miei collaboratori il più bello del mondo”.

Questa è la storia di un sogno realizzato e abbiamo deciso di raccontarla, insieme ad Ilias, perché possa essere da esempio ai giovani in cerca di lavoro, spesso disorientati ed impauriti dal loro futuro. Partiamo dalla fine… Ilias oggi vive in Costarica con la moglie Joey e la loro bellissima figlioletta. E’ da lì che segue e gestisce con successo le due sedi dell’Accademia in Italia.
Torniamo indietro… Ilias, come è nata la Mixology Academy?
“Insieme al mio attuale socio Luca Malizia e ad altri due ragazzi avevo aperto un cocktail bar a Roma, in zona Trastevere. Eravamo giovanissimi e abbiamo imparato sulla nostra pelle che essere dei bravi bartender era ben diverso dall’essere validi imprenditori. Molto presto siamo stati sull’orlo del fallimento, ma a forza di sperimentare, abbiamo trovato la soluzione che ci ha permesso di stabilizzarci e crescere. Siamo quindi passati da un gruppetto di 4 soci-lavoratori, schiavi del proprio locale, ad una squadra di 10 persone che ci aiutavano a svolgere tutta la parte operativa del servizio, tra cui il bar. Subito ci siamo resi conto che il metodo di lavoro che avevamo sviluppato lo avremmo dovuto insegnare a persone che partivano da zero per ottenere i risultati che ci aspettavamo. Ma ci siamo subito accorti che quel progetto sarebbe andato ben oltre la formazione dello staff di cui avevamo bisogno e da allora abbiamo trasformato oltre 12.000 neofiti in professionisti del settore, era nata la Mixology Academy”.
Cosa rappresenta oggi l’Accademia nel mondo dei bartender?
“Le due sedi di Roma e Milano sono di gran lunga le più grandi in Italia e nel mondo nel nostro campo, ma al di là dei numeri credo che la differenza enorme che ha portato MIXOLOGY Academy nel mercato è proprio il concetto di Accademia e formazione continua. Da noi ogni studente ha l’opportunità di coltivare la propria preparazione fino a dodici mesi, e di continuare a formarsi per evolvere da collaboratore essenziale nei migliori locali del mondo, a bar manager, libero professionista e imprenditore. Negli ultimi anni siamo arrivati ad una media del 94,5 per cento di studenti che hanno trovato lavoro entro tre mesi dalla conclusione di un nostro corso professionale ed anche nel 2020 la media è scesa solo al 78,71 per cento”.
Che tipo di corsi offrite?
“Da noi si possono trovare dei veri e propri ‘per-corsi’ che si differenziano in base al tipo di locale in cui si aspira a lavorare: discoteca, caffetteria, cocktail bar, cocktail bar di altissimo livello o contesti di lusso, come gli alberghi a 5 stelle, i resort, gli yatch da crociera… Ogni percorso è quindi completo e, oltre al programma didattico c’è tutta la fase di allenamento in cui si possono approfondire i moduli già seguiti, integrare con master di vario tipo, fare simulazioni di lavoro e sfruttare le aule dell’Accademia per perfezionare la propria tecnica, nonché la confidenza al bancone. Periodicamente organizziamo anche degli stage o direttamente delle assunzioni che permettono agli allievi dell’Accademia di provare sul campo ciò che hanno appreso in aula”.
Qual è il messaggio che volete tramandare ai ragazzi/e che frequentano i vostri corsi, aldilà degli insegnamenti tecnici e professionali?
“Quando dico che non vendiamo corsi sui cocktail e i cappuccini la gente mi prende per matto, ma è la pura verità. Noi prepariamo le persone a crescere e costruirsi una carriera gratificante, ed è per questo che ci sono molti studenti dell’Accademia che si ritrovano in poco tempo a fare i manager, aprirsi delle proprie attività e ad avere successo, talvolta anche in settori diversi da quello in cui si sono formati con noi. Cambiare la mentalità delle persone e insegnargli come farsi strada nel mondo è il vero segreto di quello che facciamo”.
Dopo Roma e poi Milano, immaginate nuove aperture in Italia o addirittura all’estero? Quali sono i vostri progetti futuri?
“Prima della pandemia avevamo già deciso di aprire una nuova sede a Parigi per poi espanderci in tutta Europa, ma evidentemente le restrizioni e l’incertezza ci hanno costretti ad una posizione più attendista, almeno da questo punto di vista. Abbiamo quindi girato le energie del progetto Parigi su BARMAN PR e BAR WARS, due brand che stanno avendo un grande riscontro e che sono convinto saranno il futuro del nostro settore in Italia come all’estero. BARMAN PR si pone l’obiettivo di trasformare il dipendente in in-dipendente, ovvero un libero professionista che non è più pagato ad ore, ma in base ai risultati. BAR WARS, invece, è formazione imprenditoriale ai gestori di locali, quindi con focus specifico in ambito bar”.

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Michelangelo Mammoli

redazione@gpmagazine.it

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