07/27/2024
HomeAttualitàMorimoto Shoji: “Il mio lavoro: non fare nulla”

Morimoto Shoji: “Il mio lavoro: non fare nulla”

di Marisa Iacopino –

Prendi uno studente modello nella terra del Sol Levante, classe 1983, una laurea con master in fisica presso la prestigiosa università di Osaka. Prendi poi una casa editrice che offre al giovane fisico un impiego come editor, assieme all’opportunità di attorniarsi di migliaia libri. Fra gli altri, le opere di Nietzsche che in breve lo appassionano. Non sappiamo se sia dipeso da quest’incontro, il suo cambiamento, ma nel 2018 il giovane in questione si licenzia, scoprendo che non era la fisica, e non sarà neppure l’editoria il settore nel quale vuole continuare a essere occupato. Si rende peraltro conto che tutto il percorso formativo è stato influenzato da ciò che gli altri si aspettavano, e la sua esistenza spesa, fino a quel momento, senza sapere ciò che davvero desiderava.

Decide così di voltare pagina. All’età di trentacinque anni, il giovane fisico ex editor si reinventa: il suo lavoro sarà quello di non fare nulla. Crea un account Twitter e pubblica un annuncio che grosso modo cinguetta così: “posso essere assunto per non fare niente di particolare. Potrò vedere con te i fiori di ciliegio, ascoltarti o semplicemente passeggiare, rispondendo a domande semplici. A tuo carico le spese di trasporto, cibo o bevande, se presenti”.
In sostanza, l’originale ‘lavoro non lavoro’ consisterà nell’offrire la propria presenza a persone facendo poco o niente: chiacchierare, camminare insieme, fare compagnia nell’ora del tè.
Prendi una moltitudine di persone che in Giappone, e forse pure nel resto del mondo, preferiscono essere ascoltate senza ascoltare, confidarsi con una persona estranea, passeggiare in silenzio, o assistere a uno spettacolo naturale, come la fioritura dei ciliegi, con qualcuno preso a noleggio…
Fatto è che le richieste a Morimoto Shoji, questo il nome del nostro protagonista, arrivano a migliaia.
Abbandonata la fisica e l’editoria, il giovane inaugura la sua nuova professione: assunto da un tale per partecipare al proprio matrimonio senza invitati, da un tal altro che dovendo presentarsi in tribunale per un processo ha bisogno di assistenza morale, o da una donna che desidera avere qualcuno accanto durante la sua causa di divorzio. E ancora, c’è chi lo ingaggia per tenergli il posto in una fila, al cinema o a un concerto. Il suo impegno è semplicemente quello di essere presente.
Se all’inizio i singolari servigi vengono offerti gratuitamente, salvo un rimborso spese al giovane noleggiato, vista l’insistenza delle persone di volerlo pagare, oggi la sua tariffa si aggira sui 10000 yen, 80 euro circa.
Indubbiamente, una storia singolare, che giorno dopo giorno, conferisce popolarità al giovane Shoji. Il numero dei followers supera i 270000.
Chiamato da televisioni e giornali, la sua popolarità va oltre i confini nazionali. Riviste di ogni parte del mondo vogliono intervistarlo.
Lo raggiungiamo anche noi di GP Magazine, e alle domande il ragazzo (rigorosamente in giapponese) dà risposte concise ma essenziali come, verosimilmente, è nella sua natura.
Con il nuovo lavoro hai dato un senso alla tua vita, visto che intendevi non fare nulla?
“Non ne sono sicuro”.
Dalla tua biografia leggiamo che sei un padre single. Come hanno reagito i tuoi genitori rispetto a questa decisione, e come reagiresti tu, se tuo figlio da adulto facesse una scelta tanto estrema?
“All’inizio i miei genitori non sembravano molto comprensivi, ma quando hanno visto l’attività in TV e sui giornali, e persino riportata su un libro, non hanno avuto più niente da dire in proposito. Se mio figlio facesse una scelta estrema? Si vedrà, a suo tempo”.
Ti consideri un nichilista alla luce delle tue scelte?
“No, non credo”.
Hai ispirato un manga, e una serie TV. Pensavi di raggiungere tanta notorietà anche all’estero, e di diventare un idolo, un modello?
“Non voglio davvero insegnare uno stile di vita. Spero che ci siano varie reputazioni. Penso che la mia storia si presti a diverse interpretazioni”.
Nella sua biografia si legge che non è motivato a lavorare, e non si sente adatto a nulla. Ma non è poi vero che non faccia niente. In tre anni ha ricevuto più di tremila domande per occupazioni che lo tengono impegnato fino a sera. Inoltre, a proposito dei suoi incontri ha pubblicato due libri di cui ci invita alla lettura.
A ben guardare, il nostro protagonista sta sperimentando un sistema davvero singolare di stare al mondo: non lasciarsi più coinvolgere in un lavoro regolare – forse per sottrarsi alla competizione sociale molto forte in Giappone – facendo tuttavia quel poco che gli serve per potersi sostentare, senza allontanarsi definitivamente dalla collettività.
E se il “non fare niente” costituisce un tabù nella società nipponica, Morimoto Shoji con coraggio ha sfatato la pressante cultura del “dover fare”. Decidendo di non percorrere più le strade battute, tracciando ogni giorno la propria, originalissima strada.

Condividi Su:
POST TAGS:
Michela Di Carlo: La
Diana Nocilli: Senza

redazione@gpmagazine.it

Valuta Questo Articolo
NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO