07/27/2024
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Francesca Crippa: “La mia raccolta di racconti è un caleidoscopio di sensazioni, pensieri, attimi”

di Francesca Ghezzani –

Docente nell’ambito della Comunicazione, Communication Manager per aziende nazionali e internazionali e Copywriter per agenzie pubblicitarie, di pubbliche relazioni e comunicazione digitale, Francesca Crippa è l’autrice di “La vita resta negli occhi”, pubblicato con Chance Edizioni per la collana ScritturaSpontanea.

Francesca, dici di te stessa di essere una persona in costante ricerca e cammino. È una consapevolezza questa che ti accompagna da sempre o è arrivata nel tempo? 

“Ho sviluppato questa consapevolezza nel tempo e in questo senso il tempo stesso, trascorso in cammino, ha acquisito ancora più valore e significato”.

Quanto è importante per te l’energia che ci circonda e che riusciamo a emanare? 

“Tutto è energia. Saper cogliere e trasmettere energia è un motore potente che muove le nostre azioni sia nella quotidianità, sia in contesti più ampi e strutturati”.

Il tuo libro e il tuo blog: cosa ci racconti di loro?

“Prima è nato il blog, “Io ti scrivo alle 18”, con l’intento di portare alle persone un appuntamento quotidiano di breve lettura abbinato a una mia fotografia, che potesse essere spunto di riflessione e condivisione emotiva. Dopo qualche anno, grazie alla collaborazione con la casa editrice Chance Edizioni, 82 racconti sono diventati una raccolta dal titolo “La vita resta negli occhi”, un caleidoscopio di sensazioni, pensieri, attimi in cui i lettori possono di volta in volta immedesimarsi”.

Quanto ti regala l’insegnamento e il rapporto con i tuoi allievi?

“I miei allievi sono i miei migliori maestri. Ho la fortuna di entrare in classe e guardare decine di occhi di ragazzi tra i 14 e i 19 anni: vite preziose, passi destinati al futuro. Per entrare in sintonia con loro il mio metodo è uno solo: prestare ascolto, dedicare tempo e attenzione a ogni aspetto del loro mondo. E conoscendo i miei ragazzi, sto conoscendo sempre di più me stessa”.

Hai in previsione di tornare in libreria?

“Sto scrivendo un libro che sarà molto legato alla mia professione, conciliando insegnamento e comunicazione”.

In chiusura, qual è la domanda a cui vorresti rispondere e che finora non ti hanno mai fatto in una intervista?

“Nessuno mi ha ancora chiesto: di cosa avevi paura quando eri piccola? E ora di cosa hai paura?Da piccola avevo paura del buio. Immaginavo sempre una minaccia nascosta, pronta ad attaccarmi. Oggi ho paura di perdere le persone che amo. È questo il buio più profondo che ho il terrore di sperimentare”.

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