07/27/2024
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Giacomo Gandellini e la sua “Bottega del tratto inciso”

di Paolo Paolacci –

“L’incisione richiede tempi lunghi e impegnativi per ottenere i risultati prefissati. Oggi è più d’abitudine il subito e il presto, che invece contrasta con l’incisione”, così si esprime Giacomo Gandellini in questa intervista semplice e ruvida quanto basta per salvaguardare un’arte in cui il tempo è un valore prezioso da usare per bene.

Chi è Giacomo Gandellini?

“Sono classe 1953, ho avuto varie esperienze lavorative prima di poter fare l’incisore. Ho iniziato come tecnico progettista presso l’Iveco di Brescia, poi sono stato responsabile della progettazione in una fonderia e successivamente, aprendo uno studio di progettazione sono entrato in società con una fonderia in provincia di Bergamo. Ho poi brevettato e realizzato ruote in alluminio con un sistema di deformazione a freddo evitando la fusione e per finire ho operato su impianti per l’imbottigliamento. Oggi sono finalmente in pensione ma ho fatto tutto questo senza mai smettere di frequentare le botteghe di artisti bresciani e aprire oggi la mia bottega ‘La bottega del tratto inciso’ per trapassare le mie esperienze di incisore a chi lo vorrà e si impegnerà a seguirmi”.

Come è nata e poi come è cambiata questa tua passione?

“Da sempre, fin dalle scuole elementari e superiori ho avuto passione per il disegno artistico”.

Parlaci di come si arriva dall’incisione alla copia che noi vediamo e magari acquistiamo.

“Dopo innumerevoli anni di bottega presso pittori e artisti della mia zona, sono approdato al maestro Tregambe che mi ha fatto conoscere e amare l’arte dell’incisione”.

Qual è l’importanza di questa arte e come stai cercando di sostenerla?

“L’incisione, arte molto antica che si è tramandata attraverso le botteghe e oggi insegnata anche nelle scuole artistiche. Dal momento che ho approcciato questa arte ho abbandonato tutte le altre tecniche pittoriche e mi sto impegnando ad insegnarla e farla conoscere a tutti coloro che ne sono interessati. Il mio obiettivo è quello di mettere a disposizione  le mie conoscenze e esperienze in questo campo che oggi è poco conosciuto e adottato oggi perché questo tipo di arte è in contrasto con i nostri tempi che vogliono i risultati rapidi o istantanei. L’incisione richiede tempi lunghi e impegnativi per ottenere i risultati prefissati. Oggi invece è più d’ abitudine il subito e presto che contrasta con l’incisione”.

Come ci si sente ad essere incisori: è una passione, esiste un segreto?

“Personalmente mi sento soddisfatto da questa arte incisoria perché ha sempre prevalso in me il disegno e la grafica più dell’uso dei colori. Non esistono segreti e anzi quelli che cosi si potrebbero chiamare (io le ritengo conoscenze personali o esperienze) intendo trasmetterli  al fine che qualcuno dei miei allievi li apprenda e superi il maestro”.

Come si convive con un’arte così complessa da realizzare e come si riesce a conviverci serenamente?

“Da quando ho conosciuto l’incisione, la mia vita artistica l’ho impegnata di giorno e di notte, ad elaborare, provare, scoprire al meglio i segreti di questa antica tecnica e penso che di strada in questo settore, (Dio permettendo), ne abbia ancora tanta da fare”.

Qual è stata la tua migliore opera da incisore?

“Una delle cose più belle che mi sia capitata, in questi anni nel campo dell’incisione, è stato il giorno in cui il mio grande maestro Girolamo Battista Tregambe mi disse che la mia incisione, rappresentante una bicicletta, e anche da lui eseguita, era migliore della sua”.

Quali qualità deve avere un incisore per far arrivare la sua arte e tu come ci stai riuscendo?

“E’ sottinteso che le qualità che un incisore deve avere per divulgare e tramandare questa arte, è di conoscerla al meglio, di essere modesti ma nello stesso tempo essere decisi e sereni con se stessi e con gli altri per cercare di trasferire e far sentire l’amore che si ha e si sente per questa arte”.

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