07/27/2024
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Maria Grazia Mantovani: Il salone di bellezza si veste di giallo

di Marisa Iacopino –

Coniugare la professione di estetista con la passione per la scrittura. Un modo naturale di esprimersi in due contesti tanto distanti quanto affini, giacché entrambi si rivolgono a un pubblico che ama la bellezza, l’espressione artistica,  la creatività. In quest’opera di armonizzazione e studio del bello si è lanciata Maria Grazia Mantovani, imprenditrice e narratrice. 

La incontriamo per parlare delle sue creature, “Il sangue di Afrodite” e “L’ultimo Vagone”, romanzi usciti per l’Erudita.  Le storie si sviluppano al ritmo incalzante di due gialli che offrono al lettore una trama avvincente in grado di regalare suspense, curiosità e commozione. 

Come si è avvicinata alla scrittura?

“Ho iniziato a frequentare il corso di scrittura creativa grazie a una mia cliente che mi ha suggerito quello condotto da Cinzia Tani. Mai avrei potuto fare scelta migliore”.

Gestisce un centro di estetica, come la protagonista dei suoi libri. Le vicende narrate sono frutto di fantasia o in qualche modo ha attinto dalla vita reale?

“La maggior parte di coloro che si dedicano alla scrittura attingono dalla realtà, poi inseriscono elementi di pura fantasia ma partono osservando ciò che li circonda. Paloma è quindi frutto di fantasia mescolata a note autobiografiche”.

Come hanno reagito le clienti nel leggerla?

“Le clienti hanno accolto i miei scritti con un piacevole entusiasmo,  credo mi abbiano letto spinte dalla curiosità di conoscere altri aspetti che mi riguardavano e hanno colto quello che volevo trasmettere”.

Dopo il primo romanzo, Il sangue di Afrodite, è nato il sequel, L’ultimo vagone…  C’è in programma un terzo libro, per una trilogia?

“Sì, sto completando il terzo libro che mi auguro uscirà a settembre. Poi lascerò in stand by Paloma almeno per un po’”.

Ha un lettore ideale a cui pensa, scrivendo le sue storie?

“Non necessariamente, mi rivolgo a un pubblico vasto sperando di arrivare a tutti quelli che amano immergersi in storie intriganti con sfondo sentimentale”.

La protagonista delle due storie, per vicende straordinarie che non spoilereremo, si ritrova a vivere fuori dagli schemi, eppure riesce a non perdere mai la solidarietà del lettore. Forse perché, per sua natura, promuove la cura degli altri, e questo è anche un modo per salvarsi?

“È proprio così. Chi si mette a disposizione aprendosi alle problematiche degli altri a sua volta ridimensiona i propri dolori, comuni a tutti, accorgendosi che ognuno di noi in fondo sta vivendo una battaglia privata”.

Al di là della trama intrecciata  nel giallo, quale sentimento voleva far emergere?

“L’ho scritto nella dedica del primo libro: provo un genuino interesse per chi nella vita ha fallito e si è concesso una seconda possibilità che purtroppo è un privilegio per pochi”.

Le tematiche trattate nei suoi libri riguardano l’amore in senso ampio, la maternità, l’amicizia. Come l’amore, anche l’amicizia si basa sul rispetto, la fiducia e la stima reciproca. Quanto sono state determinanti le relazioni di amicizia nell’evoluzione  della storia di Paloma, la protagonista e, soprattutto, nel suo processo di elaborazione del dolore?

“L’amicizia è un sentimento così universale che non può essere racchiuso in una definizione, per me è una relazione che esclude la meschinità,  l’egoismo,  l’opportunismo. Se non ci fosse stata Maria nella vita di Paloma gli avvenimenti avrebbero preso un’altra piega, il potere di un amico non ha limiti e ti ama senza pensare di cambiarti,  perché gli vai bene così, esattamente come sei”.

Potrebbe darci una buona ricetta per un giallo gustoso?

“Sorrido pensando all’idea del giallo gustoso. Credo che passione e sentimenti si sposino bene con delitti e indagini”.

Come affronta il blocco della pagina bianca?

“Prima di mettermi davanti alla famosa pagina bianca, penso molto, elaboro probabili incipit e quando qualcosa mi convince provo a buttare giù qualche pensiero. La nostra mentore Cinzia Tani ci continua a ripetere che più o meno bisogna avere in testa una trama e avventurarsi nella storia sapendo dove andare a parare. A me a volte capita che sono i personaggi che mi conducono e mi suggeriscono intrecci come un viaggio che può prendere più direzioni”.

E’ più faticoso riuscire a soddisfare le esigenze della clientela di un centro estetico o di un pubblico di lettori?

“Sicuramente la seconda categoria. I clienti già ti hanno scelto, i lettori li devi conquistare con armi diverse. Funziona solo se riconoscono la tua buona fede nel raccontare, si affidano con fiducia ma tu non li devi tradire”.

Prima di lasciarci, un buon motivo per leggerla… e un altrettanto buon motivo  per venirla a trovare nel salone di bellezza.

“Ho scelto il mio lavoro con passione, cerco di scrivere per comunicare qualcosa e se scatta l’empatia si crea un legame”.

Quali progetti per il futuro?

“Continuare a scrivere. Finora l’interesse cresce, ho ancora molto da leggere, documentarmi, affinare le mie capacità. Ma purtroppo una vita non basta!”.

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Anguria bella e buon
Manuela Chiarottino:

redazione@gpmagazine.it

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