05/02/2024
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Rudolf Kosow: La pittura crea nuova vita

di Marisa Iacopino –

Presenze umane rimpicciolite che incontrano animali ingigantiti, tutti diventando soggetti allegorici di opere surreali. Così un coniglio smisurato, un enorme cane o le zampe gigantesche di un felino fanno il contrappunto a una miriade di esseri lillipuziani. Sullo sfondo, paesaggi onirici e inverosimili, cieli che incombono. L’autore di questa realtà reinventata è Rudolf Kosow, artista contemporaneo tedesco. 

Gli abbiamo chiesto di raccontarci del suo percorso artistico.

“Sono nato in Kazakistan, ma vivo in Germania da molti anni. Ho studiato pittura all’accademia d’arte di Stoccarda e insegno belle arti in una scuola superiore. Nel mio bagaglio di formazione mi sono ispirato ai più grandi pittori dei secoli passati, in particolare del Rinascimento italiano e della pittura barocca. Per quanto concerne la pittura del XIX e XX secolo, ne cito solo alcuni: Cezanne, Gauguin, Magritte, Modigliani, Morandi…”.

 I tuoi dipinti sono intrisi di realtà, surrealtà e magia. Ci vuoi spiegare perché?

“Con il modo realistico di rappresentare gli oggetti si crea un’impressione comune. Pertanto ogni oggetto, non importa se oggetto o essere vivente, è del tutto ordinario e ‘normale’ per lo spettatore. Tuttavia, l’incontro – e l’azione – degli oggetti su un comune piano pittorico potrebbe risultare assurdo, e molto improbabile nella vita reale. Trovo che l’idea delle differenze di taglia sia molto espressiva. Come si sentirebbe, per esempio, il mio cane se fosse di una taglia immensa?”. 

In “Phänomen”, un gruppo di uomini posa davanti a due enormi zampe, forse di felino. E’ l’ipotesi che l’uomo perda la sua centralità e si ritrovi improvvisamente in una posizione di netta inferiorità rispetto alle altre creature?

“Esatto. Cosa succederebbe se gatti, cani o qualsiasi altra razza animale assumesse il dominio sul nostro pianeta e gli umani ricoprissero inaspettatamente un ruolo subordinato? Quest’idea si ripropone in molti dei miei dipinti, e mi affascina. A causa dell’immensa differenza di dimensioni tra umani e animali, tra loro sorgono relazioni completamente ‘nuove’. C’è dunque un ‘cambio di potere’. Così, all’improvviso, il sovrano non è più l’essere umano ma un simpatico cane! Un’idea di uguaglianza per tutta la fauna, proprio quando si considera che gli esseri umani sono solo una specie tra le tante sulla terra. E ogni essere ha la propria anima, è parte indispensabile del tutto”.

In una civiltà dell’immagine ed ipertecnologica, cosa spinge ancora un artista a creare “vita nuova” attraverso la pittura?

“Il dipinto rappresenta qualcosa che non esiste, un’immagine fittizia della realtà prodotta dalle mani dell’uomo. La base per la creazione dell’arte, e in particolare della pittura, è l’eterna sete dell’umanità per le immagini dell’inganno. L’uomo vuole essere ingannato e quindi incantato! Credo che soprattutto oggi, nell’era moderna di sovraccarico sensoriale, il dipinto creato da mani umane giochi un ruolo ancora più importante: le persone vogliono possedere qualcosa che non può essere riprodotto digitalmente innumerevoli volte. In un dipinto si combinano l’idea, l’esecuzione e l’effetto unico”.

In una tua tela, una donna viene a contatto con un gigantesco coniglio, in un’altra con un bruco anch’esso enorme. Un riferimento ad Alice nel Paese delle Meraviglie?

“Nella maggior parte dei casi, lo spettatore cerca immediatamente di interpretare ciò che è visibile nel dipinto, di trovare risposte e stabilire connessioni. All’inizio,   mi preoccupo dell’effetto visivo della composizione; l’interpretazione tematica nasce spontaneamente. Credo che tutto quanto ho visto e assorbito sia inconsciamente riflesso nei miei lavori. Pertanto, il riferimento ad Alice nel Paese delle Meraviglie è possibilissimo!”. 

Ancora un dipinto in cui è rappresentato un piede femminile dentro una scarpa décolleté, e ai suoi piedi un ometto minuscolo. La didascalia in tedesco recita: “Se non sei abbastanza grande, ogni tentativo è vano”. Si vuole forse affermare il primato della donna sull’uomo, o è il rimando a un oggetto di seduzione che rende l’uomo succube della figura femminile, pur nella propria presunta superiorità?

“Anche in questa serie di dipinti l’immensa differenza di dimensioni può essere vista come un tema centrale: si vorrebbe avere il più possibile ciò che si desidera, un concetto molto umano. Ma allora sorge la domanda: se ciò che desideri è semplicemente troppo grande e non riesci più ad afferrarlo e raggiungerlo, che bene porta? C’è ancora da considerare un altro aspetto, l’impotenza degli uomini nei confronti delle donne: per quanto forte un uomo si creda, a un certo punto è inferiore alla donna”.

Le tue opere sono esposte in Germania e Francia. Hai mai avuto contatti con artisti italiani? 

“Purtroppo non ho ancora avuto l’occasione di incontrare pittori italiani. Spero abbia un giorno quest’opportunità e possa esporre in Italia. Questo mi aiuterebbe a capire cosa muove e ispira il mondo artistico italiano. Inoltre, mi piacerebbe conversare in italiano, una lingua che sto imparando da due anni”. 

Tuoi piani per il futuro?

“Sono costantemente alla ricerca di nuovi modi di espressione, argomenti e ispirazione. Mi rendo conto con stupore che questa ricerca non finisce mai, c’è così tanto da scoprire e da provare. Il mio desiderio più caro è entrare in contatto con altre persone e mostrare le mie opere. Purtroppo non è stato possibile negli ultimi anni della pandemia di coronavirus. Sono però di umore molto ottimista riguardo al futuro”.

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